Page 7 - CELEBRARE L'INCONTRO-1-3
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Puoi dire quel che vuoi,                               L’ascolto è…
 non mi interessi!!!










 Il più bel dono che posso ricevere e orire è quello di   Lasciar dire qualunque cosa, senza escludere nulla.
 confidarmi con qualcuno che mi ascolta, e che mi   Essere presenti interamente, non solo con la testa,
 ascolta senza riserve. L’ascolto, una preziosa qualità   nello stesso tempo, lasciare tutto lo spazio.
 dell’accoglienza… Esso comporta lo sviluppo di uno   Se si parla, limitiamoci a proporre,
 spazio di libertà e di umiltà, di pazienza, di fiducia.  e il più vicino possibile a ciò che dice l’altro.
                                          Non far precedere nulla al suo ascolto.
 Si parla di tecniche dell’ascolto: ma esistono davvero?   Astenersi da ogni giudizio,
 Didiamo di quelle proposte che, sotto il nome di   da tutto ciò che potrebbe definire l’altro.
 “liberazione della parola”, possono trasformarsi in   Lasciare che l’altro parli la sua lingua
 indagini indiscrete, inappropriate, e che non   e mantenersi nella sua domanda.
 tengono in debito conto le attese di colui   Rifiutare di entrare nel circolo della menzogna o della falsità.
 che è venuto a trovarmi.                             Dimenticare di saper tutto,
                                                         rinunciare a poter tutto,
 Forse possiamo suggerire a colui che ascolta di      Non assumere alcun ruolo.
 curare la qualità dell’accoglienza che ore alla   Non pretendere nulla per l’altro
 persona, l’umiltà, l’accettazione di non conoscere,   e così scomparire completamente,
 cioè di non tener conto di ciò che crede di sapere   l’ascolto è ospitalità interiore.
 sul suo interlocutore: questa è la prima ospitalità.
 Ascoltare quello che non si dice con le parole.   L’ascolto è silenzio: è lasciare, alla voce e alla parola di chi è davanti,
 Oppure ciò che si nasconde dietro   tutto lo spazio. E non c’è contraddizione. Perché ci sono diversi
 le parole che vengono usate.  silenzi: il che significa che il silenzio parla. Può dire la neutralità
                    benevola (o l’amore, o il desiderio di vita), ma anche l’assenza,
 E poi ascoltare quello che non si osa, quello che non   l’impazienza, il disprezzo, la crudeltà che contiene la sua parola
 si riesce ad esprimere con facilità. È necessario saper   nell’attesa della parola necessaria, il consenso dubbioso, la volontà
 ascoltare il silenzio, l’assenza di parole o anche ciò   di mettere alla prova, ecc… Quando il silenzio non dice
 che si dice al di là delle parole. E non è facile, perché   assolutamente nulla, non è aatto l’ascolto puro, ma è quanto di più
 richiede a ciascuno di noi di rinunciare a ciò che   opposto: perché al posto di essere spazio aperto, è muro, senza
 crede di sapere. Richiede anche una disponibilità   neppure la fessura dell’odio che è comunque relazione.
 imprevista, inattesa. Che può toccare colei
 o colui che non si disturba mai.  Il buon ascolto è, nel suo silenzio, parola: essa dice che c’è ascolto…
               Ecco perché può persino capitare che ascoltare sia parlare, parlare
 C’è quello che ascoltiamo della conversazione. Ma   con delle parole; perché in certi casi, in certi momenti, l’ascolto si
 c’è anche ciò che bisogna capire in assenza di parole:   rende presente attraverso delle parole. Pensare che il vero ascolto
 ascoltare il silenzio. Ascoltare, è cominciare a tacere,   significa non parlare mai è una scappatoia troppo facile. L’esigenza
 per comprendere la domanda dell’altro: “Ascoltami”,   terapeutica può allora nascondere la paura o l’impotenza di colui
 per capire ciò che nasconde oltre le parole.   che pretende di essere un ascoltatore.
 François Drouilly                                                  Maurice Bellet
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